Gastronomia locale
Note sulla gastronomia locale
Come in tutta la Toscana e nel Senese, anche a Montepulciano la tradizione del "mangiare bene e sano" è tuttora intatta. Sia in città che nei dintorni è possibile trovare ristoranti e trattorie che cucinano ancora alla maniera delle vecchie massaie, cioè delle donne di casa per le quali la cucina era sì un dovere, ma anche un piacere. Sono proprio loro che ancora oggi, in occasione delle feste di contrada, delle manifestazioni popolari o durante gli appuntamenti gastronomici che preparano con grande abilità pietanze semplici e genuine delle quali la gente di Montepulciano si è sempre cibata.Si tratta di piatti semplici, anche se non di facile preparazione: tutti gli ingredienti (pochi per volta) sono rispettosamente accostati in modo da non soffocare mai il gusto proprio di ciascun elemento. Ad esempio la famosa bistecca deve avere quel tipo di carne, quell'olio, quella brace di legno di quercia o di cerro, per essere veramente " la bistecca alla fiorentina".A Montepulciano si possono trovare delle squisite specialità e soprattutto il "Vino Nobile di Montepulciano", uno dei più importanti vini rossi italiani, derivato dal vitigno Prugnolo gentile (Sangiovese grosso), colore granato e sapore asciutto. Prelibato, tra l'altro, è il cacio pecorino, prodotto ora da pastori sardi immigrati nella zona, ma lo producono con lo stesso procedimento in uso fin dal medioevo, ottimo in tutte le sue diverse fasi di maturazione, da fresco a stagionato, quest’ultimo da servire a fine pasto oppure a merenda.
Il Ravaggiolo è invece il cacio tenero conservato in foglie di felce.Oltre al cacio pecorino, il prosciutto, i saporiti crostini con milza e fegatelli, il pansanto (fettina condita con cavolfiore lessato, aceto e olio), la “bruschetta” con il pane abbruscato al fuoco vivo, con l'olio nuovo e uno spicchio d'aglio strusciato sopra, la panzanella (pane raffermo bagnato, condito con pomodoro, olio, cipolla, basilico e altri aromi), un buon piatto di fagioli al fiasco irrorati d'olio crudo, già costituirebbero un ottimo pasto: ma è d'obbligo assaggiare i pici, una sorta di spaghetti fatti a mano, conditi con lo splendido sugo di carne alla maniera poliziana.
I pici venivano preparati una volta dai contadini che non potevano permettersi troppo spesso la carne o altre pietanze "nobili". Gli ingredienti sono: farina bianca, un po' di uovo, acqua tiepida, olio, sale, e farina gialla utilizzata per “appiciare” ; l'impasto non deve essere molto sciolto, poi si stende, si taglia a strisciolini e quindi questi si arrotolano appiciandoli col palmo della mano e si passano nella farina gialla, per impedire che si attacchino assieme. Cinque minuti di cottura sono sufficienti e quindi possono essere conditi con sugo di carne, i cui ingredienti e preparazione sono parte integrante della cultura locale, o con salsa all'aglio o con le "briciole" di pane raffermo saltate in padella.
Con i pici, è consigliabile un Rosso di Montepulciano DOC che va bene anche per gli antipasti di crostini con la milza e con i salumi senesi. Sempre a proposito dei primi piatti ricordiamo le pappardelle al sugo di lepre: antico piatto di origine etrusca, la minestra di pane: simbolo della cucina senese, una zuppa di verdure che viene "ribollita" ed infine la minestra di farro.
Carni arrostite o "arrosto misto" e porcini arrostiti alla brace, quando è stagione, come piatti di mezzo: immancabile, squisito secondo piatto di ogni pranzo che si rispetti (di pollo e faraona ruspanti, di "nana" (anatra) o ancora carne di maiale, agnello, porchetta cotta con sale, aglio e rosmarino, tacchino, salsicce, coniglio, carne bovina, piccione e cacciagione varia).Il tutto accompagnato dalla ciaccia (pasta di pane schiacciata condita con olio) - o dal pane fragrante, senza sale per non offendere gli altri sapori. Si può ancora continuare con i cantucci, biscottini alle mandorle, da intingere nel Vinsanto prodotto localmente, il "castagnaccio" e i "crogetti", i tipici dolci di Carnevale. Dolce stagionale, per le feste di novembre, è la ciaccia dei morti, fatta con farina, strutto di maiale, uvetta e noci, reperibile nei forni della cittadina.
La cucina di Voltaia
Nella Contrada di Voltaia, la cucina è un elemento che rappresenta al meglio la tradizione gastronomica di Montepulciano, ed i segreti della stessa, sono tramandati di generazione in generazione, dalle vecchie massaie che, insegnando alle giovani arrivate in Contrada, fanno in modo che si possa conservare e tramandare la tradizione voltaiola della buona tavola. Voltaia è oggi famosa per i suoi” pici al sugo voltaiolo” vero vanto ed emblema culinario, che rappresentano il fiore all’occhiello della buona e sana cucina tradizionale Toscana. Questa tradizione viene perseverata da molti appassionati ed appassionate, che all’interno della cucina di Contrada, si dilettano e si misurano anche con piatti innovativi e con la riproposizione di ricette antiche e medioevali, rendendo il mangiare in Voltaia, uno dei migliori appuntamenti gastronomici da non perdere, per tutti coloro che visitano Montepulciano sia nel periodo del Bravio (ultima settimana di Agosto di ogni anno), che durante il resto dell’anno, partecipando alle molteplici feste contradaiole che in Voltaia si fanno.